Nelle nostre case si consuma moltissimo e si spendono ogni anno centinaia di Euro per il solo consumo di energia elettrica. Del resto, ben il 25% dei consumi elettrici nazionali è dovuto agli elettrodomestici e agli apparecchi di illuminazione.
Optare per un consumo energetico intelligente significa innanzitutto scoprire come ridurre i consumi degli apparecchi più dispendiosi, senza dover rinunciare al benessere, né ai vantaggi offerti dall’utilizzo di elettrodomestici. Si può fare moltissimo partendo dalla scelta e da un uso corretto.
L’ etichetta energetica: cos’è e a cosa serve
Si tratta di uno strumento molto importante da osservare quando vogliamo acquistare un elettrodomestico, poiché ci permette di valutare i consumi e l’efficienza dell’apparecchio.
Essa illustra una serie di frecce di lunghezza crescente, ognuna di colore diverso: più la freccia è lunga, più l’apparecchio consuma. Ogni freccia, inoltre, è associata a una lettera dell’alfabeto, la quale indica la classe energetica a cui l’elettrodomestico appartiene (dalla più alla meno efficiente): A+++, A++, A+, A, B, C,D, E, F, G. Le prime tre classi sono superiori alla A (A+++, A++, A+) e vengono associate agli elettrodomestici più virtuosi: nel caso di un frigo, ad esempio, passando dalla classe A alla A+ si può risparmiare il 30% sui consumi (circa 90 kWh , 16 euro l’anno); mentre un lavastoviglie A+++ permette addirittura un risparmio del 50%.
Bisogna considerare il fatto che gli elettrodomestici più efficienti sono anche i più costosi, ma il supplemento si recupera nel tempo sulla riduzione della bolletta e contribuiremo, soprattutto, a diminuire sprechi ed inquinamento.
Tutte le informazioni sulle prestazioni degli apparecchi mostrate sull’etichetta energetica sono ottenute attraverso prove eseguite su parametri e secondo procedure standardizzate, valide per tutta l’Unione Europea.
Altri marchi
Le etichette energetiche non vanno confuse con altri marchi che possono contrassegnare il prodotto:
- Marchio Ecolabel: è un marchio ecologico europeo, attribuito ai prodotti valutati come rispettosi dell’ambiente in rapporto a diversi aspetti (riciclabilità, consumi d’acqua ed energia, utilizzo di risorse rinnovabili, basse emissioni nocive ecc..) Quando un elettrodomestico può vantarlo, è riportato sull’etichetta energetica.
- Marchio CE: obbligatorio dal 1997, indica che l’elettrodomestico è conforme alle normative europee, pertanto di per sé è garanzia di sicurezza secondo gli standard europei
La presenza della certificazione o di marchi di qualità comunque non basta: ricordiamo che è indispensabile anche una buona installazione fatta da un tecnico qualificato, che per l’impianto elettrico e quello del gas deve rilasciare la dichiarazione di conformità.
Quanto consumano gli elettrodomestici nella media?
Gli elettrodomestici che abbiamo in casa non consumano tutti allo stesso modo: certi hanno consumi irrisori perché di bassa potenza (come la radiosveglia), oppure perché usati solo per breve tempo (un phon o un tostapane); altri, come i boiler elettrici, sono molto energivori, con consumi altissimi e di lunga durata.
Il primo posto per consumi elevati, infatti, spetta ai dispositivi elettrici che scaldano (radiatori, forni, asciugatrici e lavastoviglie in fase di riscaldamento e così via), anche se naturalmente l’entità del consumo varia in rapporto alla dimensione dell’apparecchio e alla quantità di calore che produce.
Al secondo posto si collocano quelli che raffreddano (condizionatori d’aria, frigoriferi e congelatori), che sono anch’essi molto energivori.
Seguono lavatrici e lavastoviglie in fase di lavaggio e altri elettrodomestici a motore, per esempio l’aspirapolvere.
All’ultimo posto ci sono i dispositivi elettronici (Hi-Fi e computer) e i piccoli elettrodomestici da cucina, il cui consumo è molto ridotto.
Ridurre i consumi significa spendere meno denaro e si può risparmiare senza dover rinunciare a nulla, intervenendo su tre aspetti in particolare:
- la scelta al momento dell’acquisto;
- il posizionamento;
- la modalità d’uso.
La cosa più logica è comprare modelli di elettrodomestici che a parità di prestazioni consumano meno, ma spesso, al momento dell’acquisto, si scelgono gli apparecchi più economici, sottovalutando il fatto che poi risulteranno più costosi dal punto di vista energetico e inquineranno di più.
Lo stand-by
Un altro consiglio per ridurre i consumi degli elettrodomestici è evitare di lasciarli in stand-by. Ogni singolo stand-by consuma pochissimo, ma se sommati (basta pensare a tutto quello che abbiamo in stand-by nelle nostre case: TV, lettore DVD, PC, stampante, stereo ecc.), possono avere un peso non indifferente, pari al 7-8% dei consumi degli apparecchi elettrici.
La Commissione Europea ha stipulato un accordo con i produttori per limitare i consumi in stand-by dei televisori e dei videoregistratori a 1 watt. I prodotti in commercio sono stati adattati a quanto previsto dalla direttiva, diminuendo drasticamente gli sprechi.
Per risparmiare energia e spendere meno è sufficiente munirsi di un interruttore a ciabatta a cui collegare gli apparecchi dotati di stand-by: in questo modo basterà spegnere facilmente con un solo gesto tutti gli stand-by che non servono.
Ottima guida al risparmi energetico “in casa”.
Concordo pienamente sulle raccomandazioni fatte alla fine (io stessa ne ho calcolato i consumi effettivi) e confermo che anche il piccolo led della tv accesa, ha i suoi consumi. La regola è semplice: se si esce, si spegne tutto; se si va a letto, si spegne tutto.
Così da una parte risparmiamo e dall’altra preveniamo eventuali “corti” che, in assenza nostra, possono risultare distruttivi.